Pinnacoli, Sculture di Lava

Pinnacoli, Sculture di Lava

Il Mediterraneo ha un fascino indiscutibile, ma lo devi amare, devi sentire la sua energia e la forza dei suoi paesaggi a ogni sorgere del sole e al successivo tramonto, energia che riempie ogni giorno.

E non esiste modo migliore per percepire la vera essenza del Mediterraneo che viverla in barca a vela. Non a caso, ogni tanto, mi ritiro nella pace di una appagante vacanza silenziosa , alla ricerca di quell’ispirazione che arriva solo nei momenti in cui l’unica voce è quella del mare.

Durante una di queste scorribande occasionali da  un mare all’altra, fui preso un giorno da una fatale attrazione verso la morfologia delle rocce laviche che, scolpite dal vento e dall’acqua, caratterizzano l’arcipelago vulcanico delle Isole Eolie, nel cuore del Mar Tirreno.

Isole dove ho lasciato il cuore sin dal primo incontro, luoghi che ogni volta mi offrono spunti diversi e paesaggi nuovi e per le mie fotografie e per i miei disegni.

I disegni di quelle rocce aguzze, di quei pinnacoli e faraglioni che scompaiono in un mare blu dalla trasparenza unica, mi coinvolgono al punto che la penna prende a scorrere sulla carta quasi da sola, guidata dalla mano che, attraverso lo sguardo, prova ad interpretare quelle straordinarie forme, più o meno acute secondo la luce che le colpisce e le ombre che ne derivano.

Seduto sul ponte della barca a vela alla fonda, ammaliato dalle prime luci dell’alba, osservo l’isolotto di Strombolicchio, uno dei mie vulcani arcaici preferiti; quando la luce inizia a raffreddarsi col salire del sole, comincio a tratteggiare segni d’inchiostro su un foglio del mio taccuino, vedendo nascere l’interpretazione artistica del mio pinnacolo lavico. Osservo e disegno, cullato dal lieve movimento innescato dalla superficie di un  mare quasi calmo, e mentre disegno medito.

Il tempo passa e l’aria si riscalda. Sono in vacanza. Vien voglia di fare un tuffo per rinfrescarsi, ma da subacqueo incallito di vecchia data non riesco ad entrare in acqua senza maschera e pinne.

Settimana dedicata allo Snorkeling ed il Trekking con a bordo Francesco Turano

Ecco che allora indosso le mie ormai naturali vesti da esploratore dei fondali e mi concedo una pausa con vista nel blu. Appena il mio sguardo supera il confine tra l’aria e l’acqua e varca le porte del regno di Poseidone, un’idea mi assale d’un tratto.

La vista delle pareti verticali dello Strombolicchio non mi lasciano mai indifferente e la trasparenza dell’elemento liquido accentua il fascino e alimenta ogni volta lo stupore di quel vedere dall’alto con gli occhi persi nel mare.

La mia idea è quella di disegnare questi isolotti o faraglioni, articolati pinnacoli di roccia nata dal fuoco, in un insieme emerso e sommerso che consenta all’osservatore di comprendere il tutto ed avere una visione globale della morfologia degli scogli fino alla loro base, sul fondo marino.

Nel mio archivio sono custoditi appunti sufficienti per mettere insieme un’illustrazione completa, come pensato, rigorosamente realizzata a penna per una grafica accattivante che possa ricordare i disegni che venivano realizzati tra fine ottocento e inizio novecento quando non esisteva la fotografia e l’unico mezzo era la riproduzione grafica a mano libera.

Nata l’idea, continuo il mio girovagare tra le isole osservandole accuratamente dal mare e provando a ripetere l’esperienza del primo giorno fatta con Strombolicchio. La mia sensibilità mi conduce verso i numerosi scogli e pinnacoli intorno a Panarea, dove vince senza dubbio, per peculiarità del disegno, la superficie rocciosa di Spinazzola, prospiciente l’isolotto di Basiluzzo.

Spinazzola è stupenda, sopra e sotto la superficie del mare. Sembra di guardare dei blocchi verticali addossati gli  uni agli altri e disegnati da linee orizzontali parallele, in un insieme che fai fatica a non definire un’opera d’arte, una vera scultura di roccia bella e rara.

Inizio un nuovo schizzo, per dare forma a quei torrioni variegati e modellati che si stagliano immobili e maestosi davanti ai miei occhi e che nell’insieme formano l’isolotto.

La barca a vela,che in questa vacanza rappresenta la mia casa, crea sempre l’atmosfera giusta per concentrarmi nel tratteggio e nel chiaro scuro che mi aiutano a riprodurre le forme, aiutato dalla luce col sole basso sull’orizzonte.

Quando la penna si stacca dal foglio, la pausa porta il mio sguardo ai dettagli della roccia, alle infinite sfumature di colore che nel disegno non riproduco, privilegiando in questo caso le mirabili forme.

Non posso fare a meno di scattare qualche fotografia per assaporare anche i cromatismi e conservare quelle visioni.

Studiare il paesaggio di roccia, nelle sue infinite espressioni, è stimolante; tutto cambia non solo con la diversa luce, ma anche con i diversi punti di vista.

Mi intriga girare intorno a una roccia, osservarla dal mare per capirne il valore estetico di ogni suo lato.

Lo studio delle forme mi conduce dalla fotografia al disegno, dal colore alla forma, facendomi sentire vivo e coinvolto.

Anche Spinazzola merita un tuffo sott’acqua, qualche bella apnea lungo le pareti che si inabissano, per comprendere il suo naturale proseguimento fino alla base. Ma la profondità non scherza e per gli appunti del caso mi rifaccio ad immersioni svolte in precedenza, che con fotografie adeguate mi permettono di ricostruire una scena verosimile e un disegno esteticamente appagante.

I tuffi in apnea sono in ogni caso un’esperienza dolce e profondamente spirituale, utili per comprendere l’atmosfera del luogo e il contesto del primo tratto di substrato che, dalla superficie, sparisce assorbito dal blu scuro verso la profondità.

Il solo stare a galla e osservare quel paesaggio creato dalla luce, laddove la lava solida è colonizzata dalla vita acquatica, è un’esperienza emozionante se vissuta con la doverosa consapevolezza. Qualsiasi animo sensibile resta segnato per sempre da simili scenari, tipici delle Isole Eolie, dove l’acqua avvolge l’animo dell’artista attento ma anche del turista consapevole.

Navigando tre le scogliere emerse, un fianco di Panarea mi offre poi la visione di una pietra simile a un panettone, anch’essa adatta a un disegno che interpreti in modo giusto il suo adagiarsi al fondale marino.

Siamo giunti a Pietra Nave, un luogo dove regna la frana di pietre scure che si accatastano sul fondale. Un panettone circondato alla sua base da scogli diversi, incastrati l’uno con l’altro, non è semplice da rappresentare, ma mi accingo ancora una volta a disegnare.

Disegnerò ancora, in qualche prossima esplorazione dedita allo studio dell’architettura e della morfologia di quanto resta di antiche eruzioni, sempre affascinato come la prima volta; sono ancora tanti gli scogli e i pinnacoli che meritano attenzione. La Canna di Filicudi, i faraglioni di Lipari, Lisca Bianca, Lisca Nera e infinite rocce meno note ma non meno belle.

Disegnare, fotografare e scrivere è un mio modo di interpretare e assaporare le Eolie ma ognuno, navigando e vivendo il mare a modo suo, saprà cogliere il senso del suo sentire nei paesaggi e nelle atmosfere di queste isole, luoghi incantati e apparentemente senza tempo!

 

 

Share and Enjoy by Francesco Turano

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